In questi giorni si fa un gran parlare di una delle novità legislative inserite nel Codice della Nautica da diporto, ovvero quella che riguarda i motori fuoribordo guidabili senza l’obbligo della patente.
In pratica, a causa dell’aggiunta di una «parolina» in un articolo (iniezione), alcuni possessori di motori fuoribordo che fino a ieri pilotavano il proprio gommone senza patente, si ritrovano improvvisamente a essere fuorilegge!
Ma andiamo per gradi. Come ricorderete, il Decreto Legislativo 3 novembre 2017, n. 229, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 gennaio scorso (in vigore dal 13 febbraio) è quello emanato per correggere alcune «distonie» presenti nel Codice varato nel 2005 (18 luglio, Dlgs n. 71), ma – come vedremo – sistemandone alcune, ne ha creato altre!
L’articolo 29 del suddetto decreto di modifica del Codice, infatti, interviene sul Capo IV del Titolo Il del precedente andando a sostituirne l’intestazione da «Obbligo di patente» in «Patenti nautiche» e introduce una modifica all’Art. 39 che ora recita così: «La patente nautica per unità da diporto di lunghezza non superiore a ventiquattro metri è obbligatoria nei seguenti casi:
a) per la navigazione oltre le sei miglia dalla costa o, comunque, su moto d’acqua;
b) per la navigazione nelle acque interne e per la navigazione nelle acque marittime entro sei miglia dalla costa, quando a bordo dell’unità è installato un motore di cilindrata superiore a 750 cc se a carburazione o iniezione a due tempi, o a 1.000 cc se a carburazione o a iniezione a quattro tempi fuoribordo, o a 1.300 cc se a carburazione o a iniezione a quattro tempi entrobordo, o a 2.000 cc se a ciclo diesel non sovralimentato, o a 1.300 cc se a ciclo diesel sovralimentato, comunque con potenza superiore a 30 kW o a 40,8 CV».
Tradotto in parole povere il provvedimento mette arbitrariamente fuori gioco tutti i fuoribordo 2T a iniezione diretta con una cilindrata superiore a 750 cc.
Il Codice della Nautica precedente equiparava, invece i 2T direct injection ai 4T stabilendo come limite massimo di cilindrara 1.000 cc e 40,8 hp, principio confermato dal nuovo Codice della Nautica varato lo scorso febbraio.
A farne le spese è un solo fuoribordo, l’E-Tec 40 di Evinrude che, avendo una cilindrata di 864 cc, di fatto non può più essere guidato senza patente nautica. Il Governo o chi per esso dovrà ora spiegare a migliaia di possessori di tale fuoribordo che dovranno conseguire la patente se vorranno continuare a navigare con il loro E-Tec.
Ma a noi sorge il dubbio che si sia trattato di una colossale «svista». Perché mai avrebbero dovuto modificare le legge precedente? E’ una volontà del legislatore oppure solo una maldestra riscrittura del precedente Codice?
Noi propendiamo per quest’ultima ipotesi, basandoci su una sequenza cronologica degli eventi che potrebbe aver indotto in errore chi ha materialmente redatto il nuovo Codice.
Ci spieghiamo meglio. Il 18 luglio del 2005 fu varato il precedente Codice della Nautica, ma tra questa data e il 31 agosto (giorno della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 202) il ministero intervenne con una modifica legislativa – su pressione dell’allora importatore per l’Italia di Evinrude (Italmarine) – volta ad equiparare la cilindrata dei 2T direct injection ai 4T, vale a dire 1.000 cc.
Non a caso Evinrude si presentò al Salone Nautico di Genova di ottobre 2005 con la «novità» dell’E-Tec senza patente ampiamente pubblicizzata su riviste di settore e nello stand Italmarine. La norma, dunque, era chiarissima e tutt’altro che ambigua come ha sostenuto qualcuno!
Probabilmente chi ha materialmente redatto il testo del Decreto del 2017 ha lavorato sulla prima «release» del precedente Codice e non su quello modificato poche settimane dopo il suo varo.
Ecco perché – secondo noi – il Ministero dovrebbe immediatamente fare chiarezza (la nuova stagione nautica è ormai alle porte!), specificando se si è trattato di una scelta voluta (e allora ci piacerebbe capire perché!) oppure solo di un fatale sbaglio (in questa caso basterebbe un semplice errata corrige).
Infatti, oltre al danno economico che subirebbero Evinrude e la sua rete dei concessionari (ricordiamo che la categoria dei 40 hp è la più venduta in Italia), bisognerebbe anche spiegare a migliaia di diportisti (e di noleggiatori) già in possesso di un E-Tec da 40 hp che non potranno più circolare senza la patente nautica in tasca!