Siamo alla vigilia di Ferragosto e qualche gommonauta avrà di certo in programma una serata «speciale», magari con una navigazione notturna per raggiungere un’isola o una baietta tranquilla dove festeggiare in compagnia di qualche amico.
Per questo motivo abbiamo pensato di ricordarvi quanto prevede la «legge nautica» in materia.
L’attuale normativa fa esplicito riferimento alla «responsabilità del conduttore» affidandogli la «scelta» di equipaggiare l’unità con mezzi e dotazioni «ulteriori» rispetto a quelle prescritte per legge e ritenute da lui stesso necessarie per la navigazione che intende intraprendere, in relazione alle condizioni meteomarine e alla distanza da porti sicuri.
E’ un vero e proprio invito alla «personalizzazione» delle dotazioni di sicurezza, che vanno tenute a bordo non perché imposte a priori, ma per libera e consapevole scelta e valutazione del comandante, allo scopo di garantire la massima sicurezza nel caso specifico.
Navigando con un battello pneumatico (ovvero con una unità a motore e lunga meno di 50 metri f.t.,) le luci sono obbligatorie a partire da un miglio dalla costa.
Poco o tanto che sia, immaginatevi di trovarvi in difficoltà in caso salga all’improvviso la nebbia o di essere a circa due chilometri dalla costa (per la precisione a 1.852 metri) con il motore in panne e il buio sopraggiungente: sareste poco più che un puntolino lontano, troppo lontano per richiamare soccorsi immediati.
Ecco perché, anche se siete soliti non spingervi a distanze esagerate, è bene disporre di un sistema di segnalazione sonora e visiva, più che altro per farvi avvistare.
Le unità nautiche hanno l’obbligo di «farsi vedere» e distinguersi a seconda delle proprie caratteristiche nelle ore comprese tra il tramonto e l’alba attraverso i cosiddetti «fanali regolamentari notturni» e di giorno con i rispettivi «segnali diurni».
Anche in caso di scarsa visibilità, grazie a tali richiami, di una imbarcazione si può capire la direzione, le dimensioni, se è a vela o a motore, eventuali attività in corso (dragaggio dei fondali, pesca a strascico, eccetera), situazioni di emergenza o di limitazioni nella manovrabilità e così via.
Sapere, per esempio, se un’imbarcazione che stiamo incrociando sta muovendosi a vela o a motore serve principalmente per determinare la precedenza, dato che le prime hanno priorità sulle unità a motore; a parità di propulsione, invece, passa prima chi ha le mura a dritta (vento proveniente da destra) o chi è sottovento un caso di coincidenza delle posizioni.
Essenzialmente, i segnali visivi regolamentari sono costituiti dai fanali:
– «di via», laterali e di poppavia (quest’ultimo chiamato anche «di coronamento»), con settore di visibilità (cioè ampiezza sull’orizzonte del cono di luce) di 112°,5 dalla linea di mezzeria longitudinale (luce verde a dritta e rossa a sinistra) per i laterali e 135° per quelli di poppavia (luce bianca); questi segnali devono essere mostrati da qualsiasi unità in movimento;
– «di testa d’albero», 225° verso prora (luce bianca); questo segnale deve essere acceso da tutte le unità a motore, salvo tre eccezioni: non è utilizzato dalle pilotine, dai pescherecci, dalle unità che non governano e da tutte quelle che usano una coppia di fanali speciali;
– «speciali», 360° (luce bianca, verde, rossa, o gialla). Nelle unità inferiori ai 50 metri di lunghezza f.t. e quindi nel nostro caso, se navighiamo di notte o in condizioni di scarsa visibilità e oltre un miglio dalla costa, dobbiamo mostrare i fanali laterali, di poppavia e quello di testa d’albero. In particolare, però, la legge prevede che per le unità inferiori a 20 metri di lunghezza f.t. è possibile riunire i fanali laterali (rosso e verde) in uno unico centrale, mentre sulle imbarcazioni meno lunghe di 12 metri è possibile raggruppare in un unico fanale a 360° quello di testa d’albero e quello di poppavia (la nota asta con luce bianca a 360°). Infine, le unità lunghe meno di 7 metri f.t., con velocità massima di 7 nodi possono inalberare un solo fanale bianco visibile a 360°.