Oggi più che mai i nostri strumenti di bordo «comunicano» fra di loro, si scambiano informazioni, tante, diverse, di tutti i tipi.
Diventano ogni anno di più, perché anche su un’imbarcazione «piccola» come può essere un gommone di 6/7 metri possono salire molti device che contribuiscono ad accrescere la «rete» di bordo: a partire da apparecchi come i cartografici, gli ecoscandagli, il radar, il Vhf, l’impianto hi-fi, gli antifurti per passare ai dati che arrivano dal fuoribordo o dai sistemi di ausilio alle manovre (joystick, eliche di prua, eccetera).
La sua centralina elettronica, infatti, può comunicare anche con «l’esterno», vale a dire che tutti i dati attinenti la propulsione, come temperature, livelli dei liquidi, pressione, possono essere trasmessi proprio a un plotter o, meglio, a un MFD installato in plancia, con conseguente incremento della sicurezza.
La grande mole di informazioni che si trova a gestire il multifunzione (MFD) può subire dei ritardi nell’elaborazione oppure la risposta può non essere performante come quella che siamo abituati ormai a ricevere ai nostri computer o smartphone, innanzitutto perché la rete attraverso cui passano i dati non è di ultima generazione.
Attualmente sono due i protocolli di comunicazione che vengono utilizzati dagli strumenti di bordo e dai motori (entrobordo e fuoribordo) per veicolare i dati: l’NMEA 2000 e l’Html5. Qual è il più valido?
Ognuno di essi ha pro e contro: dove uno vince in velocità, l’altro si afferma in stabilità e affidabilità. In uno vengono utilizzate informazioni in formato alfanumerico, l’altro ha una «semantica» più raffinata, fatta anche di immagini e suoni. C’è chi auspica il «sorpasso» della tecnologia con potenzialità maggiori e chi, invece, accetta serenamente la ridondanza della contemporanea presenza.
Attraverso questo articolo, pubblicato sul fascicolo di giugno della Rivista Il Gommone (ora in edicola o in edizione digitale), proviamo a spiegare con parole semplici come stanno le cose.
Se lo desiderate, potete richiedere anche solo il PDF di questo articolo pubblicato sul fascicolo n. 428 – Giugno 2024 cliccando qui.