Chi confeziona da anni le cuscinerie nautiche ci fornisce un consiglio inatteso: per la pulizia regolare di questi imbottiti bastano acqua dolce e sapone di Marsiglia, quello delicato, prodotto a partire da oli vegetali.
In caso di macchie ostinate, è possibile affidarsi a dei detergenti, a patto che siano formulati per quell’uso specifico: tra i più efficaci per la pulizia delle cuscinerie ci sono – a quanto pare – le schiume.
E poi bisogna essere tempestivi. Cade un po’ di caffè o della cola sul divanetto? Intervenite subito: mai lasciar seccare la macchia! Si farà molta fatica e non si avrà la certezza di rimuoverla del tutto. Idem per i già citati escrementi degli uccelli; i «regalini» di gabbiani e compagni sono corrosivi: più si lasciano agire, più rovinano la similpelle.
E agli aficionados degli sgrassatori domestici che si vantano di smacchiare tutto con quello? Certo, alcuni sono delle «bombe», ma oltre a eliminare la macchia portano via i trattamenti che sono stati realizzati sul rivestimento della cuscineria, compromettendone l’estetica e la durata!
Sì, perché la similpelle e i tessuti utilizzati per l’outdoor marino sono di volta in volta trattati per resistere all’umidità, alla salsedine, ai raggi del sole, con la sapiente stesura di invisibili barriere superficiali.
Un trattamento particolare viene, per esempio, fatto frequentemente sulle cuscinerie scure, in modo da non ustionare la pelle del diportista durante le giornate di sole pieno. Usando prodotti troppo aggressivi il rischio è quello di asportare tutte queste rifiniture, esponendo alle minacce esterne un tessuto ormai indebolito. Infine, da evitare, in caso di similpelle, anche la pulizia con alcol, decisamente troppo forte per questi rivestimenti plastici.
Se desiderate approfondire l’argomento, potete richiedere il PDF dell’intero articolo pubblicato sul fascicolo n. 437 – Maggio 2025 cliccando qui.