Nei grandi come nei piccoli gommoni, le persone rappresentano spesso l’elemento critico in fatto di carico. Perchè si muovono, perchè «pesano» in alto, perchè rischiano di cadere o di spostarsi sbilanciandosi e sbilanciando.
Ecco perchè ad ogni uscita, anche breve, bisogna valutare chi ci portiamo appresso, che esperienza ha e che grado di attenzione merita.
Premesso che un buon armatore deve mantenere costantemente un occhio sulla gente che ha a bordo – poco esperti in primis, bambini in particolare – ci sono alcune regole che possono aiutare.
Se ci sono bambini, vanno affidati ciascuno al controllo diretto di un adulto, meglio se esperto: e va loro spiegato di non muoversi assolutamente, in navigazione, dal posto loro assegnato.
L’ideale per i bimbi è la seduta davanti alla consolle, quando c’è: il pilota li ha davanti agli occhi, il posto è sicuro e non batte troppo, ce ne stanno comodamente un paio e forse più. In alternativa, sulla panchetta di poppa, ma con un adulto che li sorvegli, pronto come un falco.
Il limite è che non sono sotto lo sguardo del pilota: poco male se vi fidate dell’adulto, ma deve essere uno che di gommoni ne «mastica», non bastano una mamma o un padre alle prime armi.
I passeggeri adulti, su un gommone piccolo o medio, devono sapere di essere zavorra mobile. Il principio di concentrare i pesi a baricentro ha deroghe importanti quando si naviga sul mare grosso, il che può capitare anche in una bella giornata per le classiche sventolate estive.
Può essere utile spostare una persona – in genere basta – a pruavia della consolle per aiutare il trim a tenere in assetto la planata.
Va utilizzato un elemento agile, possibilmente esperto, che sappia bilanciarsi a gambe larghe e ginocchia flesse, meglio se agguantato a una cima che parte dal musone di prua e corre in tensione non estrema fino al tientibene della consolle. Gli altri, specie i non esperti, tutti seduti e agguantati bene.
Sempre, ma tassativamente appena il mare è un po’ meno che calma piatta.