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Navigare al risparmio: poche, semplici regole per non trasformare le vacanze in un salasso

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Avete mai provato a calcolare quanto carburante (e soldi) potreste risparmiare ogni anno con un battello in perfetta efficienza? Non bisogna farsi trarre in inganno dal fatto che il gommone viene usato solo durante le vacanze estive o nei week-end. Anche se navigate per poche decine d’ore ogni anno, probabilmente consumate più benzina con il fuoribordo piuttosto che con l’auto, ecco perché ottimizzare i consumi può essere molto importante.

E’ risaputo che i motori di vecchia generazione consumano molta più benzina rispetto ai moderni 2 tempi ad iniezione diretta o ai 4 tempi. Ci sono però altri fattori che influenzano il consumo di carburante, come ad esempio un assetto non corretto, l’elica sbagliata, la carena sporca. Non si tratta solo di una questione puramente economica: sprecare carburante significa anche inquinare. Vediamo, dunque, cosa possiamo fare su un qualsiasi battello pneumatico per ridurre i consumi.

Per capire se il vostro fuoribordo consuma troppo carburante, non è sufficiente prendere come riferimento i dati riportati nel libretto del costruttore del motore. I valori indicati si riferiscono al consumo misurato al banco di prova, quando il fuoribordo è sollecitato al massimo da un freno meccanico e la valvola a farfalla dell’acceleratore è completamente spalancata, a qualsiasi regime. Una condizione equivalente si ottiene solo portando il fuoribordo a tutta manetta e montando un’elica di passo più lungo del necessario, capace quindi di sovraccaricare il motore e di fargli erogare tutta la coppia di cui dispone. Per fortuna, su un battello da diporto, queste situazioni sono lontane dal verificarsi ed i consumi reali sono tipicamente inferiori a quelli massimi forniti dai costruttori.

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LO STILE DI GUIDA
Per risparmiare carburante dobbiamo innanzitutto adottare uno stile di guida corretto ed imparare ad utilizzare il trim. Dopo aver portato il gommone in planata ed aver raggiunto la velocità di crociera ideale, si deve provare ad alzare il trim, allo scopo di ricercare la migliore condizione d’assetto. Per farlo, agite sul relativo pulsante poco alla volta, con interventi brevi e successivi; ogni volta attendete qualche istante e osservate nel frattempo il contagiri e il contanodi, senza muovere la leva dell’acceleratore; vi accorgerete che i giri e la velocità crescono contemporaneamente. Di tanto in tanto si potrà togliere un po’ di gas per tornare all’andatura di crociera iniziale; in questo modo si riesce a risparmiare carburante senza perdere velocità.

Quest’operazione va ripetuta più volte sino ad arrivare al limite in cui il battello comincia a delfinare o l’elica inizia a cavitare; a questo punto è necessario abbassare leggermente il trim (il meno possibile) per ritornare nella condizione di massima resa. Per la vostra sicurezza, vi ricordiamo che con il trim molto positivo la stabilità del gommone è minore e la navigazione sul mosso è assai meno sicura; fate quindi questi esperimenti solo in acque tranquille e non oltre la velocità di crociera.

LA POSIZIONE DEL MOTORE
Per diminuire i consumi è fondamentale ridurre al minimo la resistenza all’avanzamento, per questo motivo può essere importante modificare la posizione del motore sullo specchio di poppa. La pinna del piede e la piastra anticavitazione producono, infatti, una resistenza idrodinamica assai elevata e dovrebbero trovarsi quanto più possibile in superficie. Di solito conviene alzare il motore sullo specchio di poppa di uno o due fori, rispetto alla posizione suggerita dal costruttore del fuoribordo. Così facendo si rischia, però, di favorire la cavitazione dell’elica in virata e di ridurre l’afflusso d’acqua alle prese d’aspirazione del circuito raffreddamento. Osservate, quindi, attentamente che ciò non accada mentre sperimentate la nuova posizione del fuoribordo.

L’uso di flap e piastre anticavitazione maggiorate, può determinare un aumento della resistenza e, quindi, dei consumi. Per risolvere i problemi d’assetto sarebbe meglio intervenire sulla distribuzione dei pesi a bordo, prima di ricorrere all’uso di queste appendici aggiuntive che non sono affatto miracolose.

L’ASSETTO
La ricerca dell’assetto ideale è uno dei problemi di maggiore complessità. L’angolo tra la carena e la superficie d’acqua dovrebbe essere costante ad ogni velocità ed aggirarsi sui 4-5 gradi. Per avvicinarsi a questa condizione potrebbe essere sufficiente spostare i pesi a bordo. Tenete però conto che sarà difficile ottenere lo stesso angolo d’incidenza a tutte le andature e che sarà opportuno concentrarsi sull’assetto del battello alla velocità ritenuta da voi ideale.

Modificare la posizione dei serbatoi o della batteria o delle attrezzature di bordo è il modo più semplice per ottenere buoni risultati, senza aggiungere altre zavorre che appesantirebbero lo scafo, vanificando i vostri tentativi di ridurre i consumi. Anche il rollio e il beccheggio frenano la corsa dell’imbarcazione; ogni volta che lo scafo oscilla, una parte della carena ed i tubolari debbono intervenire per stabilizzarlo, disperdendo una grande quantità d’energia.

L’ELICA
Quando viaggiamo in auto, per risparmiare carburante, adeguiamo la marcia alla velocità e alla pendenza; sul gommone dovremmo fare altrettanto con l’elica. Il passo, il diametro e le pale dell’elica hanno la stessa importanza del rapporto di velocità, bisogna quindi scegliere l’elica in funzione delle caratteristiche del mezzo e delle prestazioni che desideriamo ottenere.

Per ridurre i consumi a velocità di crociera conviene impiegare un’elica a tre pale, che presenta un minore assorbimento d’energia rispetto a quella a quattro pale. Il passo e il diametro debbono essere selezionati accuratamente, in modo che a tutta manetta il motore raggiunga il regime intermedio tra quelli massimi indicati dal costruttore. Per esempio, se il regime massimo di funzionamento del fuoribordo varia da 5.000 a 6.000 giri/min, conviene scegliere il passo in modo che a tutta manetta il motore raggiunga un regime di circa 5.500 giri/min. Bisogna, cioè, cercare un’elica che offra il giusto compromesso tra velocità e accelerazione.

LA PULIZIA DELLA CARENA
Tra gli accorgimenti da seguire, ricordiamo che una carena perfettamente lucida è più scorrevole di una trattata con antivegetativa; mentre una carena sporca provoca un consistente aumento dei consumi, spesso non evidenziato a sufficienza dal calo delle prestazioni.

L’aumento della resistenza idrodinamica causato dalla vegetazione attaccata alla chiglia, produce un rallentamento che può essere nascosto in modo subdolo da un motore sovradimensionato rispetto all’imbarcazione. Ciò significa che il contanodi potrebbe indicare una minima perdita di velocità, mentre il fuoribordo è invece costretto a svolgere un lavoro più faticoso, per il quale dovrà erogare una coppia maggiore e, quindi, consumare più carburante.

LA PRESSIONE DEI TUBOLARI
Suggeriamo di tenere sempre i tubolari alla pressione indicata dal costruttore, generalmente 0,20 bar. I tubolari sgonfi rallentano in modo significativo la velocità del battello e l’effetto è tanto più evidente quanto è maggiore la superficie gommata a contatto con l’acqua.

La raccomandazione è ancora più fondamentale, ovviamente, per i battelli con chiglia gonfiabile o con paramezzale in tessuto, dove una pressione insufficiente può compromettere persino la sicurezza. Se non avete un manometro, premete sul tubolare con il pollice, il cedimento della camera d’aria dovrà risultare appena percettibile.

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