Sono conosciute con il nome di «bricole» o «paline» (anche se tecnicamente non sono la stessa cosa) e caratterizzano la Laguna veneta. La loro funzione, fin dall’epoca della Serenissima, è quella di segnalazione: a quei tempi ogni canale doveva essere delimitato da «legni o da mede».
Risale però a soli due secoli fa la forma delle bricole come le conosciamo noi. Le bricole oggi sono soggette a rischio di estinzione perché vengono erose dall’acqua e letteralmente mangiate da molluschi lagunari chiamati teredini.
Dovrebbero continuamente essere manutenute ma, come – ahinoi – non di rado accade nel nostro Paese per i beni paesaggistici, vengono lasciate in balìa dell’incuria e delle intemperie.
Oltre al deturpamento del paesaggio, le bricole non sane costituiscono un vero e proprio pericolo per i diportisti: legni crollati, affioranti a pelo d’acqua, e spezzoni appuntiti difficilmente visibili se non all’ultimo momento, sono delle vere «armi letali» per carene, tubolari e piedi dei fuoribordo.
Sono tantissime le bricole, le dame e le paline che andrebbero rimpiazzate: già nel 2016 si stimavano in 300 quelle da sostituire immediatamente e 700 entro l’anno successivo. Interventi mai avvenuti. E quello che oggi si vede in laguna ne è la triste prova.
I diportisti, però, possono contribuire a segnalare i pericoli a beneficio della comunità. Vi parliamo anche di questo, proponendovi molte notizie utili e curiose sull’argomento, sul fascicolo di Ottobre/Novembre (n. 363) attualmente in edicola o disponibile in edizione digitale.
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