La tedesca Torqeedo (Gruppo Deutz) festeggia a marzo la vendita del duecentomillesimo esemplare di un suo motore elettrico (per la cronaca un Cruise 6.0 R).
Torqeedo è stata fondata diciotto anni fa in una piccola rimessa per barche sul lago di Starnberg, fuori Monaco, un bacino che non a caso è interdetto alla navigazione dei motori termici.
La crescita dell’interesse per i motori marini elettrici è testimoniato dai numeri forniti dalla stessa Torqeedo: ci sono, infatti, voluti 15 anni per vendere i primi 100mila pezzi e solo solo tre per vendere i successivi 100 mila.
Nel 2022 Torqeedo, per far fronte alla crescita della domanda, ha inaugurato una nuova sede a Wessling, nei pressi di Monaco di Baviera, che si sviluppa su una superficie di 8.300 metri quadrati e dove lavorano circa 200 persone.
La gamma si compone dei modelli fuoribordo della serie Travel, Ultralight e Cruise (la più venduta) e degli entrobordo della linea Deep Blue da 50 e 100 kW.
L’elettrificazione dei motori marini, in particolare quella dei fuoribordo, è cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni. Non a caso nelle fiere di mezzo mondo (lo abbiamo ripetutamente raccontato anche nelle pagine della Rivista), il numero di aziende che si affacciavano sul mercato è sempre più consistente. Molte arrivano dall’Oriente, ma alcune sono europee.
A dimostrazione che il settore dei fuoribordo a pile non è più solo una nicchia, basta dire che il colosso americano Mercury ha recentemente lanciato la gamma «Avator» (tre modelli), che nel corso dei prossimi mesi si articolerà su ben cinque motori.
Al mondo dei fuoribordo elettrici la Rivista Il Gommone ha dedicato un servizio speciale sul numero ora in edicola (disponibile anche in digital edition).