Nel 1976 il Gruppo Fiat decise di entrare nel mercato della nautica con il marchio Whitehead. Il primo fuoribordo della gamma si chiamava W6S.
La progettazione e la costruzione venne affidata alla Gilardini Motofides di Livorno (impresa specializzata nella produzione di siluri per uso bellico). Il motore, in apparenza, sembrava destinato ad un impiego professionale poiché era privo di carenatura e con il volano a vista, un grosso tubo inox che fungeva da gambale, le fusioni del monoblocco nere (la leggenda vuole che non fossero verniciate, ma solo anodizzate e questo spiegherebbe la finitura opaca) e con un’elica enorme e lenta.
Il monoblocco era monocilindrico 2T (94,3 cc) raffreddato esclusivamente ad acqua, nonostante la vistosa alettatura presente sulla testata. Dopo solo un paio d’anni dal lancio il W6S fu proposto in una versione riveduta e corretta, caratterizzata da una parvenza di carenatura che nascondeva praticamente il solo volano e alla base della quale sbucava la manopola per l’avviamento.
Alla tradizionale versione da spinta se ne affiancò una da diporto dotata di un piede più moderno con un diverso rapporto ingranaggi (ribattezzato «veloce») e scarico attraverso il mozzo dell’elica, disponibile in versione con cambio completo o solo A/F.
Pochi mesi dopo, al W6 venne affiancato il W12 – presentato come prototipo al Salone Nautico di Genova nel 1976 – con analoghe caratteristiche ma in versione bicilindrica e 10 hp di potenza (in pratica con la sovrapposizione di due blocchi W6 monocilindrici sul medesimo gambale).
L’accoglienza della stampa di settore fu a dir poco euforica, ma oggi si fa una certa fatica a credere alla buona fede dei superlativi utilizzati nelle recensioni a favore della nuova filosofia «concreta ed essenziale» introdotta dagli Whitehead e della loro qualità costruttiva. Nel 1979 arrivò il top di gamma, ovvero il W24 da 24 hp e l’anno successivo debuttò, seppur come prototipo, un 16 cavalli.
In realtà, già al primo contatto, il W6 nelle varie versioni si rivelò quel che sembra: un fuoribordo scomodo da usare e da movimentare, rumoroso e sbatacchione. Dopo un primo incoraggiante successo di vendite, sostenuto da un massiccio battage pubblicitario, gli Whitehead caddero nell’oblio e la produzione cessò nel 1986, dopo soli dieci anni.
Se volete conoscere tutta la storia di questo fuoribordo, potete richiedere il PDF dell’articolo pubblicato sul fascicolo n. 371 – agosto 2018 cliccando qui.
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