Sul numero di aprile della Rivista Il Gommone, ora in edicola o disponibile in edizione digitale, trovate, fra i tanti servizi, anche un interessante articolo tecnico, firmato dal progettista Alessandro Chessa, che analizza le principali differenze tra una carena «normale» e una dotata di redan (o step), una soluzione tecnica che promette di incrementare le prestazioni e di ridurre i consumi (ma non sempre è così!).
C’è chi utilizza i redan per far correre più velocemente il battello e chi solo per questioni puramente commerciali. Un’opera viva «steppata» non si improvvisa, ma va progettata con attenzione.
L’evoluzione del design nei mezzi nautici, ha visto recentemente la diffusione dei particolari tipi di geometrie; se alcune di queste, ad esempio la prua rovesciata, tecnicamente sono prive di funzionalità negli scafi plananti e dettate solo da esigenze modaiole, altre, come gli step, si stanno riaffermando (già esistono da più di un secolo!) con prepotenza anche nel campo dei battelli semirigidi.
Ma a parte l’aspetto aggressivo, che comunque asseconda le esigenze di commerciali, è un tipo di geometria valida ai soli fini estetici o ha anche una valenza funzionale? Perché un tipo di carena che esiste da oltre un secolo non si è mai largamente diffusa, salvo diventare quasi uno standard sui mezzi performanti o presunti tali dei giorni nostri? La risposta non è così semplice o univoca, cerchiamo però di dare qualche elemento utile alla valutazione.
Con la dicitura stepped hull (inglese) o carena a redan (in francese), in italiano «carena a gradino», anche se poco usato, si intende un tipo di opera viva in cui il fasciame del fondo è interrotto e sfalsato da uno o più scalini a sviluppo simmetrico posti trasversalmente, il cui scopo è principalmente (ma non solo) quello di diminuire la resistenza al moto, principalmente mediante la diminuzione della superficie bagnata.
Le geometrie degli step possono essere di svariate forme ma principalmente possono essere ricondotte a dei sottotipi principali: il redan semplice trasversale, il redan inclinato il cui avviamento dalla chiglia ai fianchi è lineare e inclinato verso prua, e la stessa geometria laddove l’avviamento segue una curva, la cui inclinazione è comunemente rivolta verso prua. Il raccordo tra i piani di carena interessati dallo step può essere puramente verticale, oppure percorso da un tunnel che si approfondisce nell’opera viva, il cui decorso verso l’esterno della murata usualmente sfocia in un invito più ampio ai fini di facilitare l’ingresso dell’aria verso l’interno.
Gli step possono essere usualmente da uno a tre, in base alle dimensioni dello scafo e alle prestazioni ottenibili, ma ci sono anche casi di carene con step multipli, fino a cinque.
Se lo desiderate, potete richiedere anche solo il PDF di questo articolo pubblicato sul fascicolo n. 426 – Aprile 2024 cliccando qui.