Sulla scia dei Vichinghi e dei grandi esploratori del 18° secolo che hanno dedicato la loro vita alla scoperta del passaggio più breve verso l’Oceano Pacifico, è partita la prima spedizione «Ribbing for Arctic».
Team leader di questa impresa gommonautica è Thomas Panagiotopoulos, giornalista e navigatore greco non nuovo a queste avventure, che verrà affiancato durante il lungo viaggio da diversi membri del team, tra cui l’italiano Cristiano Segnini.
La spedizione viene condotta a bordo di un semirigido Seafighter Y36 di costruzione greca, lungo 10,95 m f.t. e largo 3,16, motorizzato con una coppia di Suzuki DF350A Dual Prop.
I gommonauti cercheranno di navigare nell’Oceano Atlantico settentrionale per raggiungere la costa occidentale della Groenlandia e successivamente attraversare il leggendario Passaggio a Nord Ovest, a Nord del Canada, navigando lo Stretto di Bering che separa la costa del continente americano (Alaska) da quelle dell’Asia, coprendo un totale di oltre 7000 miglia nautiche.
Il passaggio a Nord-Ovest è la rotta marittima, di circa 5.780 chilometri, situata a Nord del Canada e dell’Alaska, che collega l’Atlantico con l’Oceano Pacifico. E’ considerato il passaggio più pericoloso del mondo poiché la sua storia è segnata da pericoli, naufragi e marinai scomparsi.
Oltre a stabilire un record di navigazione con il gommone, l’equipaggio dell’«Arctic» (così è stato battezzato il battello) si prefigge lo scopo di documentare gli effetti del cambiamento climatico nell’ambiente marino artico e nella fauna selvatica.
La spedizione ha preso avvio il 3 luglio dal Liberty Royal Club di Anversa, in Belgio. Dopo due ore di navigazione sul fiume Schelda il gommone ha raggiunto il Mare del Nord, dove c’erano 13°C, una bella differenza con il mare greco in questo periodo!
Scontratisi con le difficoltà di reperire carburante in banchina lungo la costa del Regno Unito, vento teso e onda corta, l’equipaggio ha comunque raggiunto le Isole Orcadi, in Scozia, in un paio di giorni, tenendo una media di marcia elevata. Il 7 luglio, sfidando il meteo, per non rimanere bloccati, Thomas Panagiotopoulos e Konstantinos Kalogeropoulos hanno navigato fino alle Isole Faroe, combattendo con onde gigantesche con andatura sui 12 nodi. Dopo 235 miglia si contavano le seguenti «vittime»: un tergicristallo bruciato, un finestrino laterale rotto e la perdita della scaletta bagno. Ma ai due è andata davvero bene!
Da Torshaven, capoluogo delle Faroe, in 15 ore l’equipaggio ha poi raggiunto l’Islanda (Hofn) con una navigazione di 287 miglia, a velocità da 18 a 30 nodi.
Il 15 luglio l’equipaggio era a Reykjavik dove è stato bloccato per le cattive condizioni meteomarine: il ghiaccio ha chiuso la baia del porto che desideravano raggiungere (Tasiilaq). Qui, cambiando un po’ i piani, Cristiano Segnini e Carlos Santaella Martinez hanno raggiunto Thomas Panagiotopoulos dando il cambio a Kostantinos.
Ad oggi l’equipaggio è in Groenlandia ad Aappilatoq dove ha trovato rifugio dopo una traversata molto complicata di 200 miglia (circa 700 in totale da Rey a Nanortalik) per via del fatto che la costa orientale della Groenlandia è insolitamente piena di ghiaccio per il periodo (hanno avuto un inverno molto rigido).
Condimeteo permettendo, l’equipaggio ha intenzione di salire il più a Nord possibile, ma date le condizioni del ghiaccio non si può prevedere, ad ora, una tabella di marcia definitiva.
Il raid «Ribbing for Arctic» può essere seguito h24 cliccando qui.