Vi ricordate la Panda anfibia «Terramare», più nota forse ai nostri lettori come Panda «pneumatica» per la presenza dei due grossi tubolari in hypalon e la propulsione idrogetto che la rendevano galleggiante e in grado di navigare anche per decine di chilometri?
Nacque nella primavera del 2006 per opera dell’ingegnere milanese Maurizio Zanisi. Si trattava di un prototipo sperimentale di veicolo anfibio realizzato sulla base della Panda 4×4 «terrestre» (la generazione precedente a quella attuale).
A un primo superficiale sguardo, la Panda Terramare non era molto dissimile dalla sua «sorella» tradizionale. In realtà gli interventi effettuati da Zanisi furono numerosi: le porte erano saldate, il tetto aperto, gli interni ridotti all’essenziale e un grosso tubolare da 46 cm di diametro in hypalon-neoprene da 1.100 dtex (costruito dalla Scanner) circondava la vettura; la parte pneumatica si gonfiava in pochi minuti prima di scendere in acqua grazie a tre compressori elettrici alimentati dalla batteria della vettura.
La Terramare era spinta da un idrogetto di origine Castoldi che prendeva il moto direttamente dal differenziale posteriore della trasmissione integrale sfruttando la potenza del motore Fire 1.2 a benzina da 60 hp e consentiva a questa originale «Panda pneumatica» di raggiungere una velocità di 30 nodi.
La Panda Terramare si rese protagonista della traversata della Manica, del Lago di Como e del Maggiore. Il prototipo restò tale e non ebbe un seguito di produzione.