Dopo l’emergenza globale diramata dall’OMS, cioè l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e la decisione di molti Stati (tra cui l’Italia) di chiudere i collegamenti (per ora solo aerei) con la Cina per contrastare e limitare l’epidemia dal terribile Coronavirus che ha già contagiato diverse migliaia di persone e fatto quasi quattrocento morti fino ad oggi, anche l’industria inizia ad accusare il colpo.
Nel mondo dell’automotive diverse aziende hanno già sospeso la produzione (è il caso di Toyota, Bmw eccetera), altre saranno costrette irrimediabilmente a farlo nei prossimi giorni o settimane.
E nella nautica che cosa succede? Premesso che stiamo parlando di un comparto che ha numeri di gran lunga più piccoli di quello dell’industria metalmeccanica e automobilistica, c’è da dire che se le cose non cambieranno rapidamente, vale a dire non si trovi una soluzione (cioè un vaccino), nel corso dei prossimi mesi potrebbe esserci un rallentamento, se non un totale fermo, nell’arrivo di prodotti nautici dalla Cina.
E’ il caso, per esempio, di gran parte dei piccoli gommoni smontabili in Pvc e hypalon, che proprio da quel Paese arrivano in maggioranza.
Stessi problemi potrebbero interessare alcuni modelli di fuoribordo, che sono assemblati nella Repubblica Popolare Cinese.
E non va meglio sul fronte degli accessori, della componentistica e dell’elettronica (Gps, plotter, ecoscandagli, Vhf, eccetera).
Per ora non si sono ancora segnalate criticità, anche perché la stagione nautica in Europa è iniziata solamente adesso e ci sono gli stock ancora da esaurire, ma è probabile che nei prossimi mesi ci potrebbe essere un allungamento dei tempi di consegna finanche alla totale indisponibilità del prodotto.
Meno problematica appare, invece, la situazione sul fronte dell’export nautico italiano verso la Cina; di barche e gommoni fino ad ora se ne sono vendute tutto sommato pochini, ma certo questa situazione non aiuta.
Staremo a vedere che cosa succederà, incrociando le dita!