La scienza oggi ammette che esistono esemplari di octopus giganteus, ovvero piovra gigante, che possono avere apertura di tentacoli fino a 25 metri e peso fino a 18 tonnellate. Ma un tempo, attorno a queste non abituali creature aleggiavano leggende intrise di misteri.
Del calamaro gigante – il terribile kraken dei vichinghi – sono documentati attacchi con vittime umane sia a battelli da pesca che alle navi a vela (quelle più moderne a motore sono troppo veloci e rumorose).
E se già Plinio il Vecchio nella sua «Naturalis historia» (libro X) raccontò di una piovra che in Spagna vicino a Gibilterra saccheggiava i vivai dei pescatori (dati forniti dal naturalista romano: la testa come una botte, i tentacoli di 9 metri, il peso di 318 kg), in tempi più recenti ci sono testimonianze altrettanto documentate.
Come quella del capitano danese Jean-Magnus Dens nel 1786 che riferì nel libro di bordo dell’attacco alla sua nave, immobilizzata in bonaccia davanti a Sant’Elena (Atlantico meridionale) di un’immensa piovra (ma era probabilmente un calamaro gigante) che strappò dalla coperta tre uomini.
Nel vano tentativo di salvare i compagni, alcuni marinai tranciarono a colpi di scure un tentacolo, rimasto a bordo e risultato lungo 7,5 metri. Roba da far accapponare la pelle al gommonauta più intrepido.
Altra testimonianza, un ex voto del 1804, offerto da marinai francesi al celebre santuario di Saint Malò, che riportava con un disegno ingenuo, ma terrificante, l’assalto alla loro nave – probabilmente di circa 20 metri – da parte di un gigantesco octpus che l’aveva quasi rovesciata, mollando la presa solo quando con sciabole e scuri l’equipaggio aveva troncato alcuni dei tentacoli.
Finì peggio l’incontro di un peschereccio americano nel 1836 al largo delle isole Lucayes: furono ghermiti due uomini e il pezzo di tentacolo troncato con le scuri risultò lungo quasi 4 metri e grosso come il corpo di un uomo.
Ancora: nel 1921 il naturalista spagnolo Blasco fu attaccato e ucciso nella baia di Vigo da una piovra. Nel 1924 altri due pescatori sono trascinati in mare e spariscono nel canale della Manica.
Nel 1930 è la volta di un operaio addetto alla riparazione di una boa luminosa a capo S.Lucas (California), trascinato via da una piovra davanti ai compagni.
Nel 1941 un cacciasommergibili Usa al largo della Florida, mentre bombardava un presunto U-boote tedesco, vide affiorare sotto i suoi colpi una piovra di 9 metri di diametro (tentacoli) negli spasimi dell’agonia.
Nel 1957 il biologo Fran Kane trestimoniò di un octopus preso in Alaska con un’apertura di tentacoli di 11 metri. Infine nel 2002 in Nuova Zelanda è stato pescato un esemplare con apertura di 4 metri.
E perfino negli ultimi anni si sente non di rado l’avvistamento di qualche polpo mostruosamente gigante, soprattutto nel mar del Giappone.
Comunque, da gommonauti di superficie, consoliamoci: questi animali vivono nelle profondità abissali, e con il frastuono che nautica e navigazione a motore creano nei nostri mari, sono forse più spaventati di noi. E si tengono (speriamo) ben lontani.
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