Il parlamento francese dà ragione alla Federazione dell’industria nautica sulla questione scoppiata qualche giorno fa a proposito dell’istituzione di una filiera per lo smaltimento delle vecchie imbarcazioni e l’introduzione di una tassa per finanziarla.
Ora, però, spetterà al Governo e, soprattutto, al ministro dell’ecologia Ségolène Royal, decidere se, nonostante il parere sfavorevole di Senato e Assemblea Nazionale, vorrà adottare lo stesso a partire dal 1° gennaio 2017 la discussa «eco-tassa» da applicare sull’acquisto di un’imbarcazione nuova per finanziare la rottamazione e il riciclaggio delle imbarcazioni a fine vita.
Secondo la Federazione francese dell’industria nautica (FIN) l’immediata adozione del provvedimento metterebbe a rischio il settore nautico con ripercussioni importanti sulle vendite, recentemente già sotto tono.
Il presidente della FIN Yves Lyon-Caen, in una lettera inviata all’Assemblea Nazionale e al Senato, ha detto che la Federazione è pronta a fare la sua parte nella creazione di una filiera strutturata ed economicamente sostenibile. Non a caso già dal 2009 è stato creato un organismo ad hoc.
Anche la «Confédération du Nautisme et de la Plaisance» – cioè la federazione che raggruppa le principali associazioni del settore nautico: tra queste figura la FIN, cioè l’equivalente di Ucina – Confindustria Nautica in Italia, le società dei porti turistici, dei pescatori sportivi, dei subacquei, le scuole di vela, la federazione sportiva di motonautica, le associazioni dei diportisti, degli operatori dello yachting, delle canoe e kajak e i club nautici – si è detta soddisfatta della decisione.
Ora, però, la Confederazione (che rappresenta 5.000 aziende e 40 mila dipendenti) chiede al Governo di rispettare la volontà del Parlamento. E, di conseguenza, di posticipare al 1° gennaio 2018 l’entrata in vigore della «eco-tassa».
L’Unione Europea ha già da tempo legiferato in materia; la Direttiva 2008/98/CE (entrata in vigore nel dicembre del 2010) ha regolamentato chiaramente le attività da effettuare per un corretto smaltimento della vetroresina e, nel particolare caso delle imbarcazioni, ha imposto che i costi dello smaltimento siano a carico dei cantieri costruttori.