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Fuoribordo cinesi: solo «cloni» o c’è di più?

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La consolidata abitudine dei costruttori cinesi di copiare più o meno sfacciatamente un prodotto è ormai arcinota. Dalle auto, all’abbigliamento fino al cibo!

Nella nautica ormai da alcuni anni i cinesi si stanno cimentando nel campo dei fuoribordo con unità, in genere con potenze non superiori ai 100 hp, molto simili (se non addirittura uguali) a modelli giapponesi di successo.

All’ultima edizione del Mets di Amsterdam, la più importante fiera del mondo per l’accessoristica e la componentistica, abbiamo avuto un ulteriore conferma di ciò che sono in grado di fare.

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Se le caratteristiche tecniche sono pressoché analoghe (c’è un costruttore che si è addirittura spinto a dire sul depliant che i componenti, quindi i ricambi, dei suoi fuoribordo sono compatibili al 95% con l’originale), diversa appare ancora la qualità della componentistica, mentre praticamente inesistente è la cultura del servizio post-vendita, in particolare la disponibilità di ricambi in tempi ragionevoli e la rete di assistenza.

Nella galleria fotografica a corredo di questa notizia trovate alcuni esempi. Scorrendo il catalogo delle varie aziende si nota, per esempio, che le misure di cilindrata, alesaggio e corsa sono perfettamente coincidenti con quelle di monoblocchi Yamaha, Honda o Mercury.

I prezzi non sono proprio «da cinesi»; sono ovviamente più bassi dei modelli a cui si «ispirano», ma non così tanto da invogliare qualche diportista – secondo noi – ad acquistarlo. Però i gusti sono gusti e ognuno, alla fine fa un po’ quello che vuole!

In effetti il punto dolente della politica commerciale dei fuoribordisti cinesi risiede proprio nella scarsa sensibilità verso il post-vendita, nella bassa attrattività del marchio (gli unici conosciuti in Italia sono Parsun, un tempo distribuito da Italmarine e ora da Sedilmare, e Hidea) e nell’affidabilità di alcuni componenti tutta da verificare.

Forse è per questo motivo che alla grandi fiere europee rivolte al grande pubblico (citiamo, per esempio, il «Nautic» di Parigi e il recente «Boot» di Düsseldorf) i fuoribordo cinesi sono quasi completamente scomparsi. Non era così qualche anno fa quando iniziarono a «frequentare» con una certa assiduità le fiere europee alla ricerca di concessionari.

Evidentemente non basta avere un prezzo allettante per farsi strada nel mercato nautico europeo. Le immagini che pubblichiamo a corredo di questa news risalgono al novembre scorso e sono scattate proprio in occasione del Mets di Amsterdam, un salone rivolto esclusivamente agli operatori professionali.

Se volete leggere il resoconto completo della manifestazione e tutti i dettagli tecnici di questi fuoribordo potete richiedere il PDF dell’articolo pubblicato sul fascicolo di gennaio/febbraio 2018 – n. 365.

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