Per noi moderni è il recipiente della benzina – o comunque del carburante – e quello dell’acqua di bordo per la doccia; entrambi con una vasta scelta di capienza, di materiali, di rubinetterie e di pompe (manuali o elettriche).
Ma il nome deriva da quella cala o ripostiglio a bordo degli antichi velieri dove venivano conservati generi di varia natura, che dovevano essere «serbati» come riserva o per le lunghe traversate.
Di solito erano chiusi con robuste serrature per evitare tentazioni all’equipaggio e il loro contenuto attentamente inventariato.
Per quanto riguarda gli attuali serbatoi (carburante o acqua) il crescere della potenza e delle dimensioni dei nuovi gommoni ha portato alla parallela crescita dei serbatoi, che in alcuni casi se mal disposti possono alterare il corretto assetto in navigazione.
In genere il costruttore cerca di piazzare il serbatoio del carburante (o i serbatoi: nei grandi gommoni non è raro che siano più d’uno) il più basso possibile in sentina e sul baricentro dello scafo.
Questa esigenza cozza, però, qualche volta con la presenza di grandi consolle – o addirittura di cabine – difficili o impossibili da rimuovere, mentre i serbatoi devono sempre essere non solo accessibili per le cicliche ispezioni, ma possibilmente rimovibili per cambiarli o ripararli.
La cura di un progetto si evince anche dall’importante dettaglio dell’accessibilità totale ai serbatoi; che sono generalmente tra gli accessori più soggetti a dare fastidi, sia per le guarnizioni degli oblò di ispezione, sia per quelli di tenuta delle «pescanti» per indicare il livello sul cruscotto, sia infine per le stesse saldature nel caso siano in acciaio. I serbatoi, inoltre, devono essere omologati.