Perdersi in mare non è un’eventualità così remota, soprattutto durante l’estate. La maggior parte dei diportisti utilizza il gommone per andare a fare il bagno e per brevi escursioni giornaliere.
Spesso si ha l’abitudine di girare la chiave di accensione, partire, fare rotta verso il largo e non preoccuparsi certo di norme di sicurezza.
La sicurezza è vissuta come una serie di dotazioni che ci impongono di avere a bordo. L’ultima, che non abbiamo ancora digerito, è quella della zattera costiera per la navigazione tra le sei e le dodici miglia dalla costa.
L’assurdità di questa norma del Codice della Nautica, lo abbiamo già detto più volte, è quella di obbligare a imbarcare un gommone su un gommone. E sì, perché la zatterina autogonfiabile dovrebbe servire nel caso che l’imbarcazione affondi.
Ma quanti gommoni sono mai affondati? E’ più facile che si abbia un’avaria al motore e non si riesca a rientrare C’è qualcosa di più utile della zattera costiera che ovviamente le autorità non hanno preso in considerazione quando scrivevano decreti: il PLB.
Che cos’è? PLB è l’acronimo di Personal Locator Beacon, che significa boa personale di localizzazione. Si tratta di un piccolo accessorio, praticamente tascabile, che, in caso di emergenza trasmette su una frequenza radio e/o una satellitare la posizione di un’imbarcazione in difficoltà.
Serve quando l’imbarcazione affonda, quanto si perde qualcuno durante la navigazione, se si è rimasti con il motore in panne e perfino se ci si è allontanati dalla costa così tanto da non vederla più e non sapere come fare per rientrare in porto.
Ne esistono in commercio diversi modelli e il prezzo si può aggirare intorno ai 400 euro. Molto meno di una zattera costiera, anche perché non si deve revisionare, ma al massimo, si devono sostituire le pile, con un costo di meno di 10 euro. Il PLB è il fratello dell’EPIRB (Emergency Position Radio Beacon).
EPIRB e PLB esistono da molti anni e sono impiegati – con successo – sia in aeronautica, sia sui mercantili e nelle piattaforme petrolifere.