Introdotta come dotazione obbligatoria per chi naviga fra le 6 e le 12 miglia di distanza dalla costa, la cosiddetta «zattera aperta» (chiamata anche «zatterina») fu varata proprio nei primi giorni di marzo del 2009 in sostituzione dei precedenti «atolli», considerati non più adeguati a garantire condizioni di sicurezza accettabili agli eventuali naufraghi.
E con i gommonauti fu odio a prima vista! Per molti (forse la maggioranza di loro) fu considerato soltanto un «regalo» alle aziende produttrici che, sotto i colpi della crisi economica che proprio in quel periodo si affacciava, pensavano di ridare slancio ai propri fatturati.
«Che senso ha imbarcare una zattera sopra…una zattera? Il battello pneumatico non è già una zattera esso stesso, grazie alla presenza delle camere d’aria (suddivise in più compartimenti) e alla carena che – di fatto – lo rendono praticamente inaffondabile?». E’ questo che hanno senz’altro pensato i gommonauti italiani e, forse, anche gli armatori di barche a motore e a vela (che, invece, avrebbero fondati motivi per tenerla a bordo!).
Dietro a questa decisione, effettivamente, non c’erano esclusivamente motivi di sicurezza: non è un caso che in atto ci fosse anche uno scontro «politico» tra Italia e Francia (uno dei tanti per intenderci!).
I nostri cugini d’Oltralpe si erano «inventati» una zattera ad hoc per loro, lasciando praticamente a bocca asciutta tutti gli altri costruttori.
E così gli italiani decisero di rispondere per le rime, caldeggiando l’introduzione della zattera costiera presso il Legislatore in occasione dell’emanazione del decreto attuativo del Codice della Nautica (art. 54 del D.Lgs.vo 29 luglio 2008, n. 146).
Ci si aspettavano vendite record, in sostituzione degli atolli, ma così non fu: sul numero di marzo della Rivista Il Gommone (ora in edicola o in edizione digitale) trovate, fra i tanti servizi, un reportage con il (triste) bilancio dei primi dieci anni della zattera costiera. Con la speranza che il nuovo Codice della Nautica riveda questa «imposizione», almeno per i battelli pneumatici.