Ricorre il 19 luglio l’anniversario della morte del primo gommonauta della storia: Alain Bombard. Il medico francese muore, infatti, a Tolone nel 2005, dopo una vita piena e avventurosa che lo ha portato a esplorare le «carriere» di medico, biologo, navigatore e politico.
Bombard nasce a Parigi il 27 ottobre del 1924 e, dopo la laurea in medicina, si trova a esercitare a Boulogne Sur Mer quando, nel 1951, assiste al naufragio di una nave che è praticamente già arrivata in porto. Il medico si appresta a curare i feriti, ma arrivano 43 persone in fin di vita: non riesce a salvarne neppure una.
Da quel giorno il medico non si dà pace: ma come, s’interroga, erano già praticamente in salvo, avevano i giubbotti di salvataggio, il mare era calmo e la temperatura non troppo fredda; che cosa è successo? Bombard studia gli eventi e decide che è tutta una questione di testa.
Alla fine del ’51 il medico fa «conoscenza» con il gommone che descrive così: «un budello pneumatico a forma di ferro di cavallo, chiuso nella parte posteriore da un riquadro di legno». Decide, assieme a un amico, di attraversare il Canale della Manica a bordo di quel battellino e l’impresa, filata liscia come l’olio, lo esalta decisamente.
Trasferitosi a Monaco per lavorare al Museo Oceanografico, Alain Bombard mette a punto la sua teoria secondo la quale un uomo adulto, anche senza cibo né acqua, solo in mezzo al mare può sopravvivere a lungo purché mantenga il sangue freddo e non si faccia sopraffare dall’ansia. Ne è talmente convinto che sceglie di testare da sé questa teoria. E lo farà in gommone.
Il 25 maggio 1952 all’alba, a mettere a punto il battellino c’è Pierre Debroutelle in persona, colui che ha inventato il battello pneumatico nel 1934 e ha fornito a Bombard lo Zodiac con cui si appresta ad affrontare il mare. I tubolari sono divisi in quattro sezioni indipendenti, ciascuna dotata della propria valvola. Nel Mediterraneo non ce ne sarà bisogno, mentre in Atlantico, nei pressi dell’Equatore, tutte le mattine verso le 11 bisognerà sgonfiarli leggermente, per evitare che l’aria dilatata dal sole li faccia scoppiare, per poi rigonfiarli ogni sera.
Per dimostrare la sua tesi Alain Bombard si lascia trasportare dalla corrente e dai venti fino a Gibilterra e poi ecco l’Atlantico, con le sue enormi onde. Senza viveri, senza motore, solo (l’amico che all’inizio lo aveva accompagnato se n’è tornato a casa!) il navigatore riesce nella sua impresa vivendo di «spremute di pesce» e poco altro. Approda a Barbados, nei Caraibi alla vigilia di Natale. Nei 62 giorni da quando è partito da Las Palmas, nelle Canarie, è dimagrito di 25 chili. Ha da poco compiuto 28 anni e vivrà ancora a lungo. La sua teoria è stata dimostrata!
Se desiderate conoscere più da vicino la storia di questo indomito sperimentatore gommonauta vi invitiamo a leggere l’articolo completo su «Il Gommone» di luglio, n. 399.